Dal 2035 non si potranno più vendere auto nuove a benzina o diesel in Europa. Niente rinvii, nessuna deroga. Ecco cosa cambia davvero
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Stavolta è ufficiale: dal 2035 basta con le auto nuove a benzina o diesel. Stop definitivo, senza “se” e senza “ma”. E prima che qualcuno si metta a gridare all’ingiustizia, diciamolo subito: è una scelta che gira da anni nei corridoi dell’UE, e non si può far finta che sia una decisione sbucata all’improvviso. Il punto è che l’aria va pulita. Non nel senso poetico, ma proprio letteralmente: l’aria è sporca, tossica in certi casi, e le auto inquinano ancora troppo. Anzi, i trasporti in generale stanno facendo i capricci: mentre altri settori tagliano emissioni, qui si resta impantanati come una vecchia Panda nel fango.
Cosa cambierà
Il problema non è solo l’emissione di CO₂, ma c’è un sistema intero che va rielaborato. Basta infatti guardare il traffico di una qualunque mattina in una città media per capire che siamo ancora legati a una logica anni ’90. Diesel, benzina, code infinite, clacson, smog. E le multe per chi sgarra. Quindi, che cosa succederà nel concreto? Dal 2035 non si potranno più vendere nuove auto con motore endotermico. Tradotto: niente più diesel, niente più benzina. Se già ce l’hai, puoi continuare a usarla (almeno per ora), ma non potrai comprarne una nuova. E non ci sarà nessuna scappatoia come i biocarburanti o gli e-fuels. Almeno per ora, l’orientamento è chiaro come l’acqua di sorgente (quella vera, non quella delle pubblicità).
Il Partito Popolare Europeo ha provato a rimettere in discussione tutto, invocando più flessibilità, magari un po’ di margine per tecnologie “alternative”. Ma Teresa Ribera, nuova Commissaria alla Transizione Pulita, è stata molto chiara in merito: non ci sarà nessun rinvio e nessuna deroga. Non si torna indietro da questa decisione. E allora? Allora o ci si adegua, o si resta fermi al palo. Le case automobilistiche lo sanno bene. Alcune si stanno muovendo, altre arrancano. Cambiare direzione, fare investimenti pesanti, non è cosa da poco. Ma restare ancorati al passato è ancora peggio.
Cosa devono fare i cittadini
In tutto questo, noi cittadini siamo in mezzo. C’è chi ha già fatto il salto all’elettrico, chi aspetta tempi migliori, chi dice “finché va, la tengo”. Comprensibile. Ma è anche vero che più si aspetta, più diventa complicato vendere l’usato, trovare pezzi, fare revisioni. A un certo punto, muoversi non sarà più una scelta ma una necessità. Qualcuno dirà: “Ma l’elettrico costa troppo!”. Vero. Ma i prezzi stanno scendendo, i modelli aumentano, gli incentivi ci sono- Serve un po’ di lungimiranza, o almeno un briciolo di buon senso.
Non serve farsi prendere dal panico né buttarsi su un’auto nuova domani mattina. Però conviene iniziare a guardarsi intorno, informarsi, fare due conti. Magari parlare con il meccanico, capire se la tua macchina durerà ancora dieci anni o se già ora arranca a ogni salita. Il 2035 sembra lontano, ma passa in un attimo. Chi nel 2010 ha comprato un’auto nuova, oggi se la ritrova già quasi da rottamare. Il tempo corre, e se si aspetta l’ultimo momento si finisce per accettare la prima cosa che capita. Insomma, niente sproloqui ecologisti né catastrofismi. Però il mondo cambia. E restare fermi, in certi casi, non è prudente: è solo un modo elegante per restare indietro.